IL NUOVO PIANO CASA DEL VENETO
La terza legge in materia di Piano casa del Veneto è ancora una legge di carattere straordinario, con un occhio di riguardo agli operatori del settore edilizio, sottoposto ad una dura deflazione dall’autunno 2007.
Poiché un po’ tutti i regolamenti comunali concedono possibilità di ampliamento dell’edificato esistente, cosa che peraltro viene magnificata dalla nuova legge, probabilmente il maggior pregio della stessa è il forte incentivo alla sostituzione completa dell’esistente (con possibilità di incremento dei volumi del 70 – 80%), e al miglioramento delle prestazioni energetiche dei fabbricati. Questo aspetto positivo si estende anche alla riqualificazione del territorio, in quanto le normative in materia di sicurezza idraulica trovano attuazione proprio con i nuovi interventi.
Sono soddisfatti gli operatori del settore, ma probabilmente anche gli avvocati. Si aprono infatti problemi legali e interpretativi per quanto riguarda la appropriatezza urbanistica delle aree di ricostruzione in ampliamento, per quanto riguarda i diritti dei confinanti in ambito di PUA, che vedono compromesse future realizzazioni, per quanto riguarda la possibilità di elevare i fabbricati esistenti nelle zone consolidate, con relativi contenziosi sulle distanze.
Il nuovo piano casa veneto in realtà spinge a lato la pianificazione, in particolare annulla di fatto la pianificazione attuativa nelle aree urbanizzate.
La preoccupazione dei Comuni inoltre è notevole per le zone di centro storico, dove l’intervento possibile sui fabbricati senza grado di protezione, potrebbe essere realizzato senza tener conto del contesto storico.
La preoccupazione non è di poco conto, perché con l’introduzione del silenzio assenso del permesso edilizio, tutto è affidato al rigore dei funzionari e alla sensibilità dei progettisti.
In ogni caso vale una regola generale: tanto più una legge è eccezionale, tanto più è ragionevole che sia restrittiva e rigorosa l’interpretazione della norma. (Continua)